Senza categoria

Il futuro dei viaggi aerei: biglietti condivisi e zero scali

A350 in volo
A350 in volo

Airbus 350, tra due anni consentiranno consentirà voli anche di 18 ore

Come saranno i nostri viaggi da qui a qualche anno? Dive andremo in vacanza ma, soprattutto, come? Ce lo spiegano due articoli uno di Simone Cosimi del 2 ottobre 2015 su Repubblica.it, l’altro di Leonard Berberi sul Corriere della Sera dell’8 gennaio.

Nel primo sono descritte le idee dello studio di design statunitense Teague, partner di Boeing nella progettazione degli aerei. E tra le anticipazioni più interessanti c’è senz’altro la possibilità in futuro di rivendere i propri posti già acquistati. Noi di alpostomio, del resto, crediamo molto nella condivisione anche del tempo libero. Il secondo, invece, spiega come, grazie al minor costo dei carburanti, si allungheranno le tratte aeree e il mondo, presto, sarà ancora di più la nostra casa.

Simone Cosimi per Repubblica.it (l’intero articolo è disponibile all’indirizzo http://www.repubblica.it/viaggi/2015/10/02/foto/la_compagnia_del_futuro-124142309/1) presenta Poppi, la compagnia aerea del futuro. Per il momento inesistente ma in grado di rispondere alla domanda: come sarebbe una compagnia se dovessimo lanciarla oggi, al tempo di Uber ed Airbnb?

Poppi per ora è solo un'idea

Poppi la compagnia del futuro immaginata dai designer di Teague

Risposta semplice: molto diversa da quelle a cui siamo abituati. Risposta complessa: in che modo? Nei servizi, nell’attenzione al cliente, nelle regole del gioco, nelle fonti di redditività per le società aeree. “La vera questione che gira intorno a Poppi  –  ha spiegato Devin Liddell manager di Teague  –  è una sola: siamo pronti per le innovazioni rivoluzionarie? Come possiamo identificarle e implementarle all’interno del comparto dell’aviazione civile?”

Insomma, come dovrebbe funzionare una compagnia davvero al passo coi tempi? Prima di tutto, niente bagagli. Né a mano né in stiva. O meglio: meno bagagli possibile. La prospettiva individuata da Teague è portare con sé oggetti personali, giacca, borsa per il

Devin Liddell manager di Teague

Devin Liddell manager di Teague

computer ma nessun bagaglio, ciò consentirebbe di rendere gli imbarchi più rapidi del 71%. Tempo risparmiato per i passeggeri e per le compagnie, che così ridurrebbero coincidenze perse e potrebbero aumentare il numero dei voli operati. Oltre che tagliare sensibilmente i consumi: per un 777 si tratterebbe di 25 milioni di dollari all’anno in termini di costi per il carburante. E se c’è proprio chi vuole spedire delle valigie, Teague suggerisce di venderne di customizzate, che si adattino cioè agli spazi sotto alle poltrone, o di consentirne la spedizione ma aggiungendo servizi personalizzati al pagamento della tariffa. Per esempio, il prelievo a casa e la consegna diretta a destinazione, nella stanza d’hotel, evitando ai passeggeri l’attesa ai rulli dell’aeroporto e regalando loro un’esperienza di viaggio davvero leggera e meno stressante.

Ulteriore, inedita soluzione che potremmo trovare a bordo dell’ipotetica compagnia Poppi, un meccanismo di voli prepagati un po’ nella logica di Amazon Prime o delle carte My Starbucks Rewards. Sono sistemi in cui i clienti pagano un abbonamento (nel caso di

Bagagli del futuro

I bagagli del futuro? Pensati per occupare il minimo dello spazio

Amazon per spedizioni assicurate in uno o due giorni) o ricaricano il proprio conto digitale che spenderanno nel corso dei mesi. Teague propone di andare oltre le solite miglia regalate con le carte di credito ma di spingere pesantemente sulla fidelizzazione del cliente. Prepagando per esempio alcuni privilegi (pasto a bordo, sempre, a prescindere dalla classe in cui prenoti, versando una quota fissa annua) o direttamente un certo numero di voli a prezzo fisso. “Renderebbe i passeggeri davvero partecipi di un brand”, ha spiegato Liddell, esattamente come succede con le squadre di calcio o di baseball.

Il segreto di questo passaggio starebbe però in un’altra possibilità, questa davvero rivoluzionaria e vicina al clima da sharing economy. Cioè quella di rivendere –  magari guadagnandoci qualcosa  –  i propri posti già acquistati sui voli anziché pagare tariffe punitive per ogni modifica o di cambiare facilmente i posti con altri passeggeri a bordo. A questi servizi se ne dovrebbero aggiungere altri come snack venduti nelle macchine automatiche, bagagli consegnati anche nelle stazioni ferroviarie di partenza, una classe cinema a bordo e un merchandising più intelligente, con oggetti venduti durante il volo che possano essere riutilizzati a casa, completerebbero l’identikit di una compagnia “disruptive” al 100%. Un modello di vettore che sposi l’apertura mentale delle compagnie hi-tech più che il conservatorismo del settore aeronautico.

Leonard Berberi sul Corriere della Sera dell’8 gennaio 2016 parla invece dei mega aerei e super voli che renderanno il mondo più piccolo.

un  Boeing 777-200LR  Emirates

Il primo febbraio un Boeing 777-200LR Emirates stabilirà il nuovo record della tratta più lunga

I piani, per il momento, escludono un ritorno al volo «con la doppia alba». Come quello — tra il 1943 e il 1945 — che collegava Nedland, Australia occidentale, con Koggala, Sri Lanka: 32 ore di durata e, appunto, la visione duplice del sole che si leva. Così come è ancora lontano — ma non molto — farsi un giorno intero a 35 mila piedi. Com’è accaduto nel 2005 quando un Boeing 777-200LR con 39 persone a bordo partì da Hong Kong e arrivò a Londra 22 ore e 42 minuti dopo. Senza sosta.

Ma la tendenza è ormai quella: voleremo, in media, per più miglia e lo faremo con un solo aereo. Via gli scali, via le corse da un gate all’altro. Con la conseguenza che, anno dopo anno, sarà un continuo battere i record di durata e di percorrenza delle traversate a lunghissimo raggio. Il nuovo primato sarà registrato il 1° febbraio. Alle 8.05 del mattino (ora locale) dalla pista dell’aeroporto di Dubai decollerà il Boeing 777-200LR (che sta per «long-range») della compagnia Emirates: il jet atterrerà — 13.821 chilometri e 17 ore e 35 minuti dopo — a Panama City, ritoccando di 40 minuti l’attuale record detenuto dalla tratta Dallas-Sydney (16 ore e 55 minuti). I 266 passeggeri a bordo della compagnia degli Emirati Arabi Uniti potranno guardare fino a otto film — se proprio non riusciranno a dormire — prima di vedere la sagoma dell’America Centrale.

Un risultato destinato a non resistere per molto. Perché nel 2018 Singapore Airlines ripristinerà il collegamento Singapore-Newark, uno degli scali che serve New York, con una durata prevista di 18-19 ore, dipende dalle correnti d’aria. Il tutto sarà effettuato a bordo degli A350 -900ULR (cioè «ultralong range») che saranno consegnati proprio tra due anni. Nel 2020 toccherò poi ai Boeing 777-8. Intanto nel 2017 l’australiana Qantas conta di portare i viaggiatori direttamente da Perth a Londra.

Airbus A350 -900ULR

Anche Airbus con l’A350 -900ULR propone aerei per tratte più lunghe

I voli «lunghissimi» non sono una novità. Nel 2005 si poteva volare da Bangkok a Los Angeles (con Thai Airways) e da Chicago a Nuova Delhi (con American Airlines). Poi è arrivata la crisi economica e i collegamenti vennero interrotti. In mezzo: il prezzo del petrolio alle stelle e una bolletta per le società che ha visto i costi per il carburante pesare per il 70% dei consumi.

Ora le cose sono cambiate. L’economia va meglio. Il kerosene costa poco. Sempre più viaggiatori chiedono voli diretti. Gli aerei, arrivati alla settima generazione, consumano molto meno e grazie a una maggiore presenza della fibra di carbonio nella loro struttura consentono un migliore tasso di umidità dell’ambiente interno (quindi meno mal di testa e di muscoli).

Tutti nei voli iper-lunghi? «Gulliver», blog di viaggi dell’Economist , suggerisce di fare comunque una sosta. Altri consigliano l’opposto: senza scali c’è più tempo per godersi il luogo della vacanza o meno ansia per raggiungere un appuntamento di lavoro. Oppure per salire a bordo del Loganair 312 nelle isole Orcadi, in Scozia: si parte alle 8.49, si arriva alle 8.51: 2,7 chilometri di distanza, 2 minuti di volo, 8 posti a sedere. Un volo sì, anche questo. Ma a raggio corto, cortissimo.

You Might Also Like

No Comments

Leave a Reply